Santuario Santa Maria di Merino a Vieste nel Gargano
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Il Santuario di Santa Maria di Merino, vicino Vieste, è costituito da una piccola chiesetta rurale che ricorda le masserie di una volta ed ha un enorme valore simbolico per i fedeli della città di Vieste. In questo articolo vi spieghiamo come poterlo visitare.
La tradizione collega la costruzione della chiesa al ritrovamento, sulla spiaggia poco distante, di una statua di legno raffigurante la Vergine Maria.
Santa Maria è un’antica statua di legno della Vergine Maria. Si narra che fosse stata trovata sulla spiaggia della frazione viestana di Merino (spiaggia di Scialmarino) da alcuni gruppi di pescatori. La località di Merino è esattamente a metà strada tra Vieste e Peschici e per questo i gruppi di Vieste e Peschici la pretendevano.
La contesa fu risolta da un vecchio saggio che consigliò loro di porre la statua su un carro trainato da buoi e a seconda della direzione presa dal carro la statua sarebbe stata di quella città. I buoi si incamminarono verso Vieste e il gruppo di pescatori viestani se ne impossessarono. Da quel giorno Santa Maria di Merino viene considerata la protettrice del popolo Viestano.
Come arrivare al Santuario di Santa Maria di Merino
Il santuario si trova sulla litoranea Vieste – Peschici, a circa 8 Km da Vieste. All’interno del cancello del Santuario c’è un piccolo parcheggio.
Il santuario di Santa Maria di Merino
La parte centrale del santuario è la più antica e si innesta sui residui muri di una antica villa o santuario di epoca romana ed è circondata dai resti archeologici. Questa è composto da una struttura centrale a navata unica con tre cappelle dedicate alla Vergine ed al maestro Antonio M. Masanotti.
Nella parte anteriore del santuario possiamo vedere un piccolo campanile a vela con una campana risalente al 1851. Sul lato destro c’è un lucernario, un piccolo gioiello che decora la sommità della cupola del presbiterio. Il lucernaio è formato da quattro corpi aggiunti uno all’altro in momenti diversi.
All’esterno del santuario è presente una riproduzione della Via Crucis e una statua della Madonna di Medjugorje. Sempre all’esterno è presente un altare con diverse panche realizzate in pietra e poste ad anfiteatro.
Nel 2011 è stata realizzata una Porta Santa che secondo le scritture, consente l’indulgenza e quindi l’assoluzione dei peccati. La Porta Santa è composta di un pannello superiore centrale ‘Cristo Redentore degli uomini’ e di altri sei pannelli che narrano in parte la storia di Pietro del Morrone.
La storia Santuario di Santa Maria di Merino
Il luogo in cui si trova il santuario coinciderebbe con il sito della “antica città di Merinum”. L’esistenza dell’antica città di Merinum è stata, diverse volte, smentita o confermata successivamente da diversi storici.
La presenza della città fu parzialmente confermata nel 1954, quando in seguito a un terremoto vennero portati alla luce i resti di una Villa romana e quelli di una fattoria agricola di età romana agustea. Queste costruzioni furono realizzate secondo le leggi romane “Sempronia” e “Julia” appartenenti alla metà del I sec. a.C. e a quella di III sec. d.C.
Insieme ai resti archeologici vennero ritrovati capienti vasi. Questo ritrovamento fa supporre che in quel tempo ci fosse un abbondante produzione di olio di oliva. Inoltre, fu rinvenuto un ingegnoso sistema idraulico fatto di cunicoli, vasche, lunette, canali di deflusso e pozzi.
Nella villa è stato ritrovato, ben conservato, un bellissimo mosaico con una scena rurale dove si riconoscono un cavallino al momento della nascita, delle figure di donne e un cigno.
Curiosità
festa patronale
La festa patronale si svolge il 9 maggio. Dopo il pontificale in cattedrale, la processione col Vescovo e il Capitolo attraversano tutta la città. Al limite dell’abitato il corteo si scioglie e la statua della Vergine Maria, accompagnata dal parroco e da una moltitudine di pellegrini, prosegue verso il santuario lungo i sentieri del litorale. In questo tratto il viso della Madonna è rivolto verso il mare in segno di benedizione.
Dopo il canto del Te Deum e la benedizione dei campi, la Madonna vien riportata in città dove è attesa dal Vescovo e dal Capitolo per l’ultima parte della processione. Nel tratto di ritorno il viso della Madonna si volge verso la campagna. Quasi quindici chilometri, fra andata e ritorno, pieni di canti, raccoglimento e preghiera
papa Celestino V
A questo santuario è legato anche un episodio di papa Celestino V, che qui avrebbe trovato rifugio prima di essere riconosciuto e riportato ad Anagni nel maggio del 1295.
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